SUTRIO IN FINALE DOPO 16 ANNI

Gianpiero De Mattia a segno su rigore

Tra Sutrio e la Coppa Carnia c’è sempre di mezzo… Gemona. Eh sì, perché l’ultima volta che i “belli gialli” andarono in finale la persero, 16  anni fa, contro la Stella Azzurra. Nella semifinale 2011 di Priuso c’è ancora una squadra gemonese sul cammino dei Mobilieri. Vabbè, stavolta in palio non c’è la Coppa, ma un posto in finale, ovvero il primo passo per cercare di vincerla la Coppa. Il Campagnola arriva al penultimo atto della manifestazione in formazione che definire rimaneggiata è quanto meno riduttivo: mancano Sgobino, Croppo e Giorgis squalificati, un paio di infortunati e poi Megdiu e Kazoski, in ferie in Macedonia, quasi a dire che come organico, insomma, siamo alla frutta.  Dall’altra parte, out Gonano, Di Giusto e Mereu, con Lancerotto (più rotto che Lance, purtroppo, in questa stagione…) sulla via del pieno recupero ma in panchina. Piove a Priuso e chi aveva criticato la scelta del Comitato di far disputare una semifinale da quelle parti adesso può dire “Visto, l’avevo detto…”.
Eh sì, perché il Comitato da anni giustifica la scelta della finale sempre a Villa Santina, sbandierando nell’ordine: la logistica dell’impianto, l’illuminazione, la capienza e la copertura delle tribune. A Priuso manca la facilità d’accesso al campo, la tribuna è piccola e se piove per venir via ci vuole la canoa. Fermi restando il principio dell’alternanza (non si può sempre giocare sugli stessi campi) ed il fatto che i dirigenti de La Delizia hanno fatto le cose davvero perbene, resta il sospetto che il Comitato, quest’anno, con la scelta delle semifinali abbia creato molto scontento. Anche perché l’altra si giocherà a Trasaghis, tribune scoperte, ovvero non il massimo della vita in questa estate 2011… Ma torniamo al match: passano appena sette minuti e Crea inizia a… distruggere il sogno gemonese di andare in finale: l’esterno che aveva deciso la sfida dei quarti rifilando un gran gol al Villa, abbatte Paolo Di Lena in area e manda De Mattia sul dischetto. Il “Gianpi” non trema e infila Gressani. Segue un match condizionato dall’acqua che ad un certo punto inizia a sgorgare anche da un idrante a bordo campo, rendendo il tutto anche un po’ grottesco. Il “Campa” ci prova ma proprio non ce la fa. Nel finale, entra anche Lancerotto per riabituarsi al clima agonistico: 75 secondi dopo il suo ingresso in campo, il “Lance” gira in porta il pallone del 2 a 0. Ora è finita davvero, in finale ci vanno i Mobilieri. I Mobilieri di Manuel Dell’Oste (che gioca dove serve e quasi sempre bene), dei fratelli Michele e Simone Straulino. Quest’ultimo, classe 1993,  è il migliore in campo e chissà come sarà contento papà Nicola (al secolo “Tino”), giocatore storico del Sutrio che fu. I Mobilieri di “Gerry” Dassi e Borchia, piccoli grandi lottatori. Ma soprattutto ci va una squadra che Rossano (anzi, Rosano, perché all’anagrafe si son persi una esse) Del Frate sta cercando da quando è arrivato a Sutrio di rendere bella ed efficace. Sedici anni senza finale e quell’unica Coppa vinta nel 1987, troppo lontana per essere un vanto. E il Campagnola? Il Campagnola paga un’annata di transizione, la fortuna che proprio amica non è e forse la voglia dei sutriesi di rialzare la testa (in attesa di rialzare la Coppa…). Adesso ad aspettare Sutrio in finale ci sarà o il Real o il Cedarchis. La tradizione contro le nuove leve, gli scudetti di un Carnico antico contro i dominatori del Carnico dal 1994 in poi. Ci vediamo a Villa, allora.

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