L’OVARESE CAMPIONE JUNIORES

Daniel Pochero regala il torneo all'Ovarese.

Quando Paolo Gonano, capitano dell’Ovarese, alza verso il cielo azzurro di Timau la Coppa del torneo juniores 2011 si compie un atto di giustizia: perché se è vero che il Cavazzo, tutto sommato, ha giocato meglio questa finale è vero, soprattutto, che l’Ovarese ha dominato la stagione, concludendo la fase a girone all’italiana largamente in testa. Può capitare che quando hai addosso il peso del pronostico magari non riesci ad esprimerti, perché ti assale la paura di bruciare in 90’ quanto di bello hai costruito durante tutta una stagione. Il Cavazzo se l’è giocata, nonostante un paio di assenze importanti ed alla fine esce a testa alta. E’ stata una finale strana, con squadre quasi “ingessate”, paurose di scoprirsi e più i minuti passavano e più la soluzione dei calci di rigore sembrava ineluttabile. Poi, una conclusione di Daniel Pochero (gioiellino del Rigolato in prestito all’Ovarese) ha portato la Coppa in Val di Gorto. I viola avevano giocato benino nella prima frazione, sfiorando il gol con Sferragatta e Mazzolini. Rainis aveva annientato Manuel Gonano, mentre il Cavazzo aveva predisposto una marcatura ad uomo su “Fede” De Antoni che ha sofferto molto le cure di Comelli.
Mosse tattiche, insomma, che imbalsamavano la contesa. Nell’Ovarese brillava il capitano Paolo Gonano cuore e polmoni portati per il campo insieme alla fascia rossa sul braccio. Il capitano aveva capito che la giornata era difficile ed allora si è messo a giocare semplice, quasi ad indicare la strada ai compagni. L’altro capitano, Sferragatta, sbagliava poco e niente, lineare, preciso, tempestivo e con un calcio bello da vedere per potenza e coordinazione. Generosi i ragazzi del Cavazzo: già al momento di scendere in campo lo avevano fatto intendere indossando un t shirt che invitava a donare sangue. Generoso si era dimostrato anche Mazzolini: è capitata a lui la palla gol più nitida dopo una ventina di minuti, ma l’ha mancata ad un paio di metri dalla porta. Quel gol, magari, avrebbe potuto cambiare il corso del match, ma non è andata così e a Mazzolini resterà un piccolo rimorso anche se poi ha giocato una partita più che dignitosa. Il pomeriggio timavese, però, va ricordato anche per Alessandro Di Qual: quest’anno il buon “Ale” ha vinto due campionati: “Juniores” e “Giovanissimi”. Mica male, anche in considerazione del fatto che su oltre 40 partite disputate ha perso 3 volte e pareggiato altrettante. Allenare due squadre non deve essere semplice, ma se lo fai bene (e Alessandro lo fa benissimo!) può dare continuità ad un gruppo di ragazzi, assicurando i ricambi giusti quando gli juniores raggiungono i limiti di età e subentrano i giovanissimi. L’Ovarese, insomma, sta facendo qualcosa di importante e se le promesse diventeranno certezze, beh, allora nei prossimi anni in “Spin di Chialina” se ne vedranno delle belle! Questa finale, però, ha sollevato anche qualche polemica: perché di sabato? In effetti, giocare un giorno prima del Carnico è una scelta audace, perché molti dei ragazzi in campo a Timau giocano anche in prima squadra. Però non è che ci fossero tante altre soluzioni. Di giovedì sera non si poteva giocare, perché a Timau non ci sono i riflettori. “Non si poteva giocare a Paluzza, territorio comunale?” ha detto qualcuno. E perché mai? Il torneo era dedicato a Lorenzo Matiz ed era giusto giocare la finale sul campo di Lorenzo. A Timau ci tenevano ed avevano organizzato le cose davvero perbene, con la semplicità e l’efficienza della gente di lassù. Gente schietta e generosa che Lorenzo incarnava alla perfezione. E mentre Massimo Mentil lo ricordava, gli occhi non si sono inumiditi solo alla moglie Daniela ed ai figli Marvin ed Eleonora, ma a tutti quelli che Lorenzo lo hanno conosciuto e a quei ragazzi che ne hanno sentito solo parlare.

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