E’ l’Ovarese la prima finalista della Coppa Carnia 2014. Nella semifinale di Prato Carnico, l’undici di De Antoni ha superato l’Arta al termine di un confronto rimasto in equilibrio sino al 90′. Il sollecito vantaggio di Matiz (tocco all’interno dell’area di rigore in posizione sospetta) ha costretto i biancazzurri all’inseguimento fin dalla prime battute, ma per tutto il primo tempo gli ovaresi non hanno mai trovato il bandolo della matassa. Lanci lunghi e poco ordine, con l’Arta che, al contrario, difendendosi con molta lucidità era pronta a partire di rimessa, sfruttando la velocità di Radina e Belgrado. Per i termali, forse, poco dopo il vantaggio poteva starci anche un calcio di rigore (il tocco di un difensore su Martinis all’interno dell’area di rigore dalla tribuna è sembrato esserci). Il tecnico Di Lena, a fine partita, si è lamentato molto del fatto che i suoi non avessero saputo sfruttare un paio di ripartenze davvero interessanti. Il vantaggio rossoblu, in ogni caso, alla pausa appariva sostanzialmente giusto, anche se occorre ricordare una traversa colpita da “Fede” De Antoni nelle battute finali della frazione. Nella ripresa, Stefano De Antoni azzecca il cambio giusto: fuori un pallido Metaj e dentro Josef Gloder. Il neo entrato non fa sconquassi ma permette alla squadra di trovare un assetto più offensivo senza correre eccessivi rischi. L’Arta resiste ma l’Ovarese cresce e trova il pareggio con una conclusione da fuori di Antonio Gloder, bravo qualche minuto più tardi a recapitare sulla testa del solissimo Zanier a pochi metri dalla porta l’assist per il gol che vale il vantaggio. I minuti finali non hanno storia e l’Ovarese, al triplice fischio del sufficiente Cattani, può esultare.
Al netto di alcune proteste che l’hanno preceduta (l’ultima messa in atto nell’immediata vigilia del match con l’Arta scesa in campo con 15’ di ritardo) la partita è stata piacevole. La neutralità del campo di Prato non è stata giudicata tale da quelli dell’Arta che però alla fine si sono dimostrati sportivi, accettando il verdetto del campo senza ulteriori recriminazioni. Ultima annotazione, la perfetta organizzazione dell’Ancora: l’inno della Champions suonato prima dell’ingresso in campo delle squadre sarà stato un po’ esagerato magari ma di certo è stato qualcosa di originale. Bella anche l’entrata in campo dei giocatori accompagnati uno ad uno per mano dai bambini del settore giovanile della società di Prato. E poi il contorno: un superchiosco costruito in un paio di giorni, la cura dei dettagli e l’ospitalità del presidente Martino Quaglia e dei suo bravissimi collaboratori. Gli oltre 300 spettatori, insomma, hanno potuto trascorrere una bella serata di calcio e … dintorni, tra la splendida gente di Parto Carnico.