COPPA CARNIA: VILLA, FINALMENTE!

Il secondo gol di Daniele Iob (foto A. Cella)

Finalmente Villa! Arriva dopo anni di storia più onesta che gloriosa la prima grande vittoria di una società che ha visto più tonfi che trionfi lungo il proprio cammino. Arriva nella magica notte di Pesariis, dove tutto ha il fascino indimenticabile delle “prime volte”. Prendete l’Ancora, la società, la squadra, il paese o forse una valle intera. Si ritrova una finale tra capo e collo ed anziché consumarsi nella paura sfodera un’organizzazione da urlo: la banda che suona l’inno prima della gara, le maglie preparate negli spogliatoi che quando apri la porta ti sembra di girare su un canale di Sky prima del fischio di inizio. E poi i bambini, le donne, i giocatori vecchi e nuovi, i dirigenti di ora e quelli di una volta. Cose semplici, insomma, adattate alle esigenze dei tempi. Ma nel rispetto della tradizione e della cultura della zona. E sta proprio qui la grandezza di questa gente, nel fatto di lavorare e pensare nel solco della tradizione senza esserne schiavi, avvertirla come un punto di partenza e non come un cappio che soffoca.

Il presidente dell’Ancora Omar D’Agaro non si è risparmiato fatica, lavoro, apprensioni e paure, in questi giorni, ma non ha mai tremato, non ha pensato, mai,nemmeno solo per un minuto che la cosa potesse andar male. Si è circondato di gente brava come lui, gente che ha saputo lavorare di squadra, per questo anche l’Ancora, al pari del Villa, ha vinto la sua prima coppa. L’ha vinta, anzi, ancor prima di giocarla, perché era chiaro che le cose alla fine sarebbero andate bene. Non poteva davvero essere altrimenti con gente di tale spessore. Peccato che Pesariis sia il paese degli orologi e non quello delle lampadine, perché l’unico intoppo si è verificato quando, a 4’ dalla fine, due riflettori e parte di un terzo si sono spenti improvvisamente e le luci di Pesariis passeranno alla storia come quelle di San Siro o quelle, penose, di Marsiglia.

Eravamo tutti lì rapiti dalla perfezione dell’organizzazione che quasi non ci siamo neanche accorti che la partita era iniziata. Lo stesso però deve essere successo ai difensori del Cavazzo che hanno lasciato Daniele Iob libero di colpire un cross sporco dalla sinistra per fulminare Bazzetto. Perdere Iob in area è un errore imperdonabile. E se la cosa avviene dopo nemmeno 4’ lo è ancora di più, perché su quel gol il Villa ha costruito il suo capolavoro tattico. Squadra raccolta, con Arcan e Moroldo a sigillare le fasce, Berti e Rupil a presidiare le zolle difensive centrali e tutti gli altri a cercare di azionare il contropiede. Maisano, quel volpone, ha fatto densità a centrocampo, affidandosi alla presenza fisica di Manuel Guariniello, all’incredibile prestazione di un Conni che era dappertutto e alla capacità degli altri di ripartire. Il Cavazzo si è raccapezzato poco nel primo tempo, perché il suo centrocampo compassato quasi mai ha creato premesse di pericolosità. C’è voluta una carambolona in area per recapitare sui piedi di Burba il pallone trasformato nel gol del pareggio. Pareggio che è durato poco, però, perché la difesa del Cavazzo ancora una volta è andata in bambola: Mainardis, Coradazzi e Danna salgono sul banco degli imputati perché non possono (per un discorso di piazzamenti, marcature e diagonali) perdere Iob a pochi metri dalla porta. Quel satanasso, infatti, non perdona. Anche se però al cronista può venire un dubbio. Questo Iob segna gol sempre abbastanza simili e allora uno pensa : ma è possibile che tutte le difese se lo perdano? Mah … chissà, forse c’è qualche tombino in ogni area di rigore e Daniele sbuca da questi all’improvviso. Fatto sta che lui, vicino alla porta, è una sentenza. Immaginaiamo che la rete presa pochi secondi prima del fischio del bravo ( e sottolineo bravo) Benedetti avrà reso amarissimo il tè dell’intervallo per il Cavazzo.

Che infatti nella ripresa ha alzato il tono della propria prestazione. Va bene, il secondo pareggio è arrivato con modalità molto simili al primo: l’area del Villa sembra un flipper e lo special, stavolta, l’accende Cescutti: 2 a 2. Qui inizia il periodo più bello del Cavazzo che sembra poter mettere alle corde il Villa che si prende qualche spavento, ha un paio di sbandate ma resta sul pareggio, Ci resta perché ha in porta quello che è semplicemente il numero 1 dei portieri: Massimo Gressani. Questo para un rigore, fa una mezzo miracolo su un colpo di testa da un paio di metri ma soprattutto infonde sicurezza ai compagni che sanno di avere un fenomeno alle loro spalle. E sapete cosa vuol dire, per un difensore, avere Gressani dietro le spalle? La stessa sicurezza che ha una polizza casco per un agente di commercio …

Gressani para il rigore di Cescutti (foto A. Cella)

A 4’ dalla fine salta la luce, come abbiamo detto, e il “Gennaro” resta al buio per una buon quarto d’ora, durante il quale i giocatori del Cavazzo tenteranno inutilmente di convincere Benedetti a sospendere la gara. Sospendere la gara significherebbe ripartire dallo 0 a 0 e il Cavazzo questo lo sa, come sa benissimo il Villa che andare ai rigori (che a quel punto sembrano inevitabili) non sarebbe una cattiva idea. Benedetti aspetta ed ha ragione, perché,  come abbiamo visto, si è ripreso a giocare. Per pochi minuti, quelli che mancavano. Ma sono bastati quelli  per scrivere la pagina più importante nella storia del Villa. E pensare che altri ci hanno messo anni per scrivere una storia che non ha mia avuto un lieto fine  …

E invece ieri sera, nella magica notte di Pesariis, son bastati davvero pochi minuti, quelli necessari a Iob per confezionare la  tripletta del delirio sull’ennesimo strafalcione della retroguardia viola.  Per il Cavazzo stavolta non c’è stato più tempo: la notte si colora di arancione. Ha vinto il Villa, ha vinto l’Ancora, ha vinto la generosa gente della Val Pesarina, ha vinto il presidente ragionale della Figc Ermes Canciani che ha voluto quassù questo evento. L’ultima immagine: il volto sorridente del presidente del Villa Enzo Dorigo. Finalmente anche lui ha vinto qualcosa e dobbiamo dire che se lo merita. Come Pesariis si merita che la pioggia arrivi quando tutto è finito. Il destino, stavolta, ha calcolato bene i suoi tempi. E avevate dubbi? Siamo quassù, a Pesariis, terra di orologi e persone perbene.

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