Proprio mentre sta per cominciare, il Carnico perde un pezzo importante. Se ne è andato una persona speciale: Stefano Molin, 55 anni, un amico del Comeglians e di Comeglians. Se ne è andato vinto da un tumore veloce e bastardo che ha deciso di attaccargli il cervello, una delle sue parti sicuramente migliori … Non so quanti conoscessero Stefano: o meglio tutti magari lo conoscevano. Ma non tutti così tanto da apprezzarne l’intelligenza, l’ironia, la capacità di critica che sembrava astratta ed invece era mirata, precisa e soprattutto giusta. Quando parlava delle vicende del Comeglians appariva spietato, come sanno essere spietate le persone che hanno qualcosa o qualcuno nel cuore: e lui il Comeglians ce l’aveva nel sangue, addirittura, quindi poteva permetterselo. Perché un conto è criticare a caso ed un conto è sviscerare argomenti e temi quando si conosce a fondo la realtà delle cose. E lui quella realtà in biancorosso la conosceva eccome. In occasione della presentazione del mio libro sul Comeglians ho avuto modo di conoscerlo a fondo: mi fece i complimenti e devo dire che il fatto mi fece veramente piacere. Erano complimenti autentici, sinceri e genuini, come sanno essere i complimenti delle persone che riescono a vivere al di sopra delle convenzioni e della diplomazia, atteggiamenti che a volte inquinano i rapporti veri tra le persone. E sul sito del Carnico, qualche giorno dopo, ebbe parole bellissime per me. Conservo il suo commento e lo riporto testualmente: C’è chi scrive perché deve, chi lo fa per mestiere e chi perché si crede bravo. E poi c’è chi scrive perché ha la capacità di metter il cuore sui tasti. Ecco, questo è Massimo Di Centa: un amico del Comeglians, ma soprattutto un patrimonio umano (e tecnico) del Carnico. Adesso, ditemi voi, come si può non voler bene ad una persona così … Della sua scomparsa mi ha avvisato Andrea Stua, un altro che ha fatto del vivere di cuore uno stile di vita. Sapeva che con Stefano avevo un rapporto speciale e mi ha fatto piacere che abbia pensato ad avvisarmi. “Birre, sigarette e parlar di Comeglians tutta la notte …”, così lo ha ricordato Andrea e quello che sembra il ritratto di una persona normale diventa invece il manifesto di una persona speciale. Perché Stefano era davvero una persona speciale, come speciali e straordinarie sanno essere le persone sole che bastano a sé stesse ma hanno la capacità di farsi voler bene. Per convinzione personale non credo nell’aldilà, ma stavolta mi piace immaginare che esista un paradiso dove Stefano incontrerà Roberto Pellizzari, un altro che il Comeglians e Comeglians ce l’aveva nel sangue. E chissà che discorsi sui biancorossi … Cosa dirti, Stefano … che la terra ti sia lieve. Di te mi resta il ricordo di una persona fuori dagli schemi, ma di certo dentro, molto dentro, nei cuori di chi ha avuto la fortuna di conoscerti. E se in paradiso c’è un computer, leggi quello che scrivo e apprezzami o criticami. Fatto da te sarà sempre un onore. Ciao, amico mio.
Per chi volesse salutare Stefano, potrà farlo sabato 24 alle ore 14.30 nella Chiesa di San Giorgio a Comeglians.