SUPERCOPPA: STAVOLTA I RIGORI SORRIDONO AL CAVAZZO

CAVAZZO – OVARESE 6 – 5 dopo i rigori (al 90’ 0 – 0)

CAVAZZO: Chiandetti, Lestuzzi, Danna (15’st Orlando), Cescutti, Mainardis (31’st Maisano), Tolazzi, Burba, Cappellaro, Sgobino (15’ st Dionisio), Andrea De Barba (26’ st Sferragatta), Nait. (A disposizione: Baron, Ortobelli, Mazzolini).  All. M. Chiementin.

OVARESE: Bortoluz, Primus, Not (45’ st Diego Fruch), Borta (2’ pt Campetti), Petris, Gortan, Antonio Gloder, De Antoni, Nodale, Flavio Fruch, Felice. (A disposizione: Agostinis, Matiz, Simone Gonano, Garlatti, Cardellicchio). All. S. Beorchia.

ARBITRO: Gollino di Tolmezzo (Assistenti: Goi e Pugnetti).

NOTE: espulso De Antoni (40’ st per fallo di reazione). Ammoniti Gortan, Andrea  De Barba, Cescutti e Primus.

FORNI DI SOTTO. Stavolta è del Cavazzo il biglietto vincente di quella che si dice … lotteria dei rigori. Che poi non è una lotteria, ma è semplicemente un sottile esercizio psicologico legato alla tecnica calcistica. Forse si dice lotteria perché per l’Ovarese arrivata a questa finale di Supercoppa con gli uomini contati, ma contati per davvero, la soluzione dal dischetto era molto simile ad un biglietto vincente,  avrebbe reso memorabile una stagione maledetta causa infortuni, malanni e defezioni spontanee. Calare, insomma il due di … coppe era praticamente un’impresa. Il Cavazzo, svuotato nei muscoli dal lungo inseguimento ai Mobilieri, ma rigenerato nel morale dopo lo spareggio di Pesariis, invece, voleva questa coppa per riempire ancora un po’ di spazio nella sua bacheca e prendesi una rivincita su chi l’aveva sconfitto in casa nella finale di Coppa Carnia. Non passano nemmeno due minuti e per l’Ovarese piove sul bagnato: dopo un contrasto di gioco con Lestuzzi, il centrale difensivo ovarese Borta rimane a terra. Passano 10’ prima che possa essere portato fuori dal rettangolo di gioco su una barella stabilizzata. Le prime notizie parlano di frattura della clavicola: che sfortuna questo ragazzo, sempre alle prese con malanni fisici che ne hanno condizionato una carriera che avrebbe potuto essere interessante, visto che non gli mancano i mezzi ed il fisico del ruolo. Dalla panchina Beorchia pesca Campetti, un dicembre 2002 (quindi 16 anni da compiere), che disputerà una grande partita e proponendosi come uno dei pilastri dell’Ovarese che verrà. La partita non dirà molto nella prima frazione: sì, il Cavazzo cerca di serrare i tempi, prende iniziative e crea anche qualcosa che Bortoluz provvederà a rendere nullo. L’organizzazione dell’evento da parte dell’Audax è ben coordinata ed efficiente , anche se poi, tra il primo e secondo tempo la gente in tribuna si chiede il perché l’ambulanza che avrebbe dovuto trasportare Borta in ospedale non parta. Lo speaker del campo annuncia di spostare una macchina e qui qualcuno critica l’organizzazione che avrebbe dovuto provvedere a lasciare libere le vie di fuga per i mezzi di soccorso. In realtà l’ambulanza  non può partire senza aspettare l’arrivo di un altro mezzo specializzato, per non lasciare l’impianto privo di mezzi di soccorso in caso di ulteriore necessità. Una precisazione, questa, che andava evidenziata proprio per scagionare l’organizzazione fornese. La ripresa ricalca il primo tempo con l’Ovarese troppo leggerina in avanti, col povero Felice lasciato da solo nella morsa della difesa viola. E così la squadra di Chiementin prende decisamente l’iniziativa. Il gioco latita e la squadra si affida ai lanci lunghi, svuotata com’è di energie fisiche e mentali. Nemmeno quando l’Ovarese rimane in 10 (strattonata di De Antoni a Cappellaro a gioco fermo) i neo campioni hanno la lucidità di far girar palla per avvicinare Bortoluz, che ci mette un altro paio di pezze. Il finale non regala i fuochi di artificio della Coppa Carnia e quindi si va ai rigori.  Inizia l’Ovarese e Flavio Fruch spacca il palo alla destra di Chiandetti; Cescutti che lo segue non dà scampo a Bortoluz. Poi, nell’ordine non sbaglieranno Dionisio, Nodale, Maisano, Gortan e Lestuzzi . Si arriva al rigore numero 5 e sul dischetto va Diego Fruch che realizza, riscattando il fratello e costringendo Sferragatta ad andare al tiro con la paura di non siglare il penalty che varrebbe la Coppa. E Sferragatta, infatti, paga questa tensione, facendosi parare la conclusione da Bortoluz. Si parte ad oltranza: Antonio Gloder fa gol e Tolazzi lo imita. Sul dischetto va Bortoluz, con la porta davanti agli occhi e non alle spalle come da tutta una carriera. Chiandetti è grande, enorme, e allora Bortoluz cerca di angolare al massimo il tiro. Evidentemente lo angola troppo, perche la sua conclusione scuote ancora una volta il palo! Ed allora ecco Burba: sul suo piede c’è la possibilità di portare a Cavazzo la Supercoppa ed il piccolo Mirco non se la fa sfuggire, scatenando la festa viola. Una festa alla quale non ha potuto partecipare Dario Zearo, il presidente, ricoverato in ospedale: a lui tutti i giocatori hanno voluto dedicare il successo. Successo che potrebbe essere inficiato da una norma regolamentare che stabilisce che, se, al termine di una gara e prima dell’inizio dei tiri di rigore, una squadra ha un numero di calciatori maggiore di quello della squadra avversaria è tenuta a ridurre tale numero per eguagliarlo a quest’ultima ed al capitano della squadra spetta il compito di comunicare all’arbitro il nome e il numero di ciascun calciatore escluso dai tiri di rigore.  Prima di dare inizio all’esecuzione dei tiri di rigore, l’arbitro deve assicurarsi che per ciascuna squadra un numero uguale di calciatori aventi diritto ad eseguire i
tiri si trovi all’interno del cerchio di centrocampo. Non è dato sapere se l’Ovarese farà ricorso. Ne avrebbe il diritto, ma siamo sicuri che la serietà e la sportività della società biancazzurra farà sì che in val di Gorto sapranno accettare il verdetto del campo.

 

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