ALMIR DZANANOVIC: «SUPERATA LA DELUSIONE, LA MIA GIOVANE EDERA VUOLE RIPROVARCI»

Almir Dzananovic e l’Edera ci riprovano: la promozione in Seconda Categoria svanita per un solo punto nella scorsa stagione ha lasciato un po’ d’amaro in bocca ma anche la consapevolezza di essere sulla buona strada.

«Mancare un obiettivo per un punto – dice il tecnico – è stata una grossa delusione. Del resto, però, ne abbiamo buttati via troppi nel corso della stagione: spesso abbiamo pareggiato partite in cui eravamo in vantaggio e alla fine quei punti hanno pesato. Con una squadra giovane, però sono cose che possono succedere».

Si spiegano così, allora, gli arrivi ad Enemonzo di elementi che possono garantire quell’esperienza che ci vi è mancata nei momenti decisivi.
«Diciamo che gente come Gabriele Cristofoli, punta, dal Tolmezzo, Mattia Conte ed Erik Stefani, entrambi al rientro dopo un paio di stagioni fuori, dovrebbe garantirci la gestione del risultato quando siamo in vantaggio. Ma assieme a loro sono arrivati anche ragazzi giovani, proseguendo nella filosofia della società e del sottoscritto. A me piace lavorare con i giovani e la mia esperienza al Real in questo senso mi è stata molto utile. Anche il presidente Corvietto la pensa in questo modo, per cui lavoriamo in sintonia: ci sentiamo almeno tre volte la settimana ed il dialogo è sempre molto costruttivo. A darmi una mano avrò al mio fianco Partick Adami, una presenza per me molto significativa. I ragazzi giovani cui accennavo rispondono ai nomi di Andrea Lirussi , portiere lo scorso anno in prestito all’Ampezzo, i difensori Alexiei Maieron, dal Paluzza, e Mattia Rovis, dall’Ovarese, e sempre dal Paluzza il centrocampista Lorenzo Gozzer, che avevo avuto con me ai tempi del Real. La rosa dello scorso anno, eccezion fatta per Daniele Zanier e Piero Borta, è stata riconfermata in blocco ».

Che ambiente hai trovato ad Enemonzo?
«Quando lo scorso anno decisi di allenare l’Edera furono in molti a non condividere questa scelta, parlandomi di un ambiente difficile. La realtà invece si è rivelata esattamente l’opposto. La collaborazione col presidente e i dirigenti, come dicevo, è assoluta e il bene della squadra viene prima di tutto. Credo che per poter parlare di un ambiente bisogna viverne la realtà. Il fatto di trovare sempre una linea comune di fronte ai problemi da affrontare è il sintomo che c’è unità di intenti e voglia di lavorare in maniera sempre costruttiva».

La promozione è un obiettivo reale?
«Quando un traguardo sfuma per un solo punto è chiaro che l’anno successivo ci sia voglia di rifarsi. Una voglia supportata dalle certezze acquisite con il lavoro che per un niente non ha portato frutti. Poi, si sa, nel calcio non esistono certezze. Di sicuro ci proveremo, cercando di evitare gli errori commessi lo scorso anno».

Come giocherà la tua Edera?
«A me piacerebbe giocare col 3-5-2, ma non sempre le caratteristiche degli uomini a disposizione lo permettono. Se riuscissimo a recuperare Mattia Concina potrei farci un pensierino, perché lui è uno molto adatto a coprire il ruolo d’esterno lungo tutta la fascia. Altrimenti, cercherò l’equilibrio che penso possa garantirmi un 4-2-3-1, schieramento in grado di assicurare una buona copertura in tutte le zone del campo».

Cosa pensi più in generale del Carnico?
«Vorrei che si tornasse al Carnico di una volta, quello fatto di agonismo, sì, ma anche di rispetto reciproco tra tutte le sue componenti. Spesso si tende a sminuire il lavoro che tutti noi facciamo all’interno del movimento: dirigenti, allenatori, giocatori e anche voi giornalisti, tutti meritiamo rispetto per la passione e l’impegno che ci mettiamo. E invece troppo spesso ci si lascia andare a polemiche inutile e dannose, ingigantite dai social».

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