Ci sono delle circostanze in cui tutto sembra di una assurda inutilità. E siamo qui a domandarci il perché certe cose devono succedere. Ero qua, pronto a commentare i fatti di questa nona giornata, pronto ad elogiare l’ennesima vittoria del Cedarchis, quando arriva, dritta come un pugno nello stomaco, una di quelle notizie che ti tolgono il fiato. Un tragico incidente si è portato via una giovane mamma, compagna di vita di uno dei giocatori (fatalità proprio del Cedarchis!) più bravi, modesti e semplici del nostro campionato: da questa maledetta serata, Marco Copetti non avrà più al suo fianco la dolcissima Chiara. Chi tiene in mano i fili del destino delle persone, ancora una volta ha sbagliato. Ed ha sbagliato di brutto, perché non è giusto “scegliere” la mamma di una bambina di otto anni, no che non è giusto! Resta l’inutilità delle parole. Resta l’amarezza di capire, ancora una volta, che la vita ogni tanto è davvero una grande fregatura. Resta quel senso di impotenza che ti fa capire la precarietà stessa della vita. Resta … resta … resta … Resta il sorriso di Chiara, quello che da lassù aiuterà Marco a crescere la sua bambina nel ricordo di una mamma meravigliosa. Ciao, Chiara, ti vogliamo tutti bene, quaggiù … Peccato che non sia servito, peccato che non sia bastato …
CIAO, DOLCISSIMA CHIARA …
