IL FUTURO DEL RAPID APPESO A UN FILO

rapidSiamo ancora ai “si dice”, ma negli ambienti del Carnico circolano con una certa insistenza voci su mancate iscrizioni ai prossimi campionati. I nomi? Le difficoltà maggiori sembrano quelle legate al Rapid: la squadra di Raveo rischia fortemente di sparire dal panorama del calcio locale, ma si fanno i nomi anche di Ardita e Bordano. La mancata iscrizione dei viola proporrebbe il problema dei ripescaggi. Ricordiamo che a ranghi completi, nella prossima stagione i tre giorni sarebbero stati formati da 14 squadre in Prima, 13 in Seconda e 14 in Terza. Se il Rapid confermasse la mancata iscrizione si avrebbero 14 squadre in Prima e 13 in Seconda e in Terza. Ma chi prenderebbe il posto del Rapid? I regolamenti vigenti sembrerebbero escludere la possibilità di “salvare” una squadra retrocessa, per cui a quel punto a salire in Seconda sarebbe la quarta classificata in Terza nella scorsa stagione, vale a dire la Nuova Osoppo e, nel caso di problemi per l’Ardita, in “cadetteria” passerebbe addirittura l’Illegiana come quinta classificata!

A proposito del Rapid, abbiamo sentito Simone Bonanni, uno dei dirigenti storici della società. Definire Bonanni come semplice D.S. ci pare alquanto riduttivo, visti impegno, passione e competenza che Simone ha messo al servizio della squadra nei suoi nove anni di dirigente.

Allora, Simone, sono proprio vere queste voci che si sentono?

La cosa non è ufficiale, ma il rischio concreto di un ritiro esiste eccome.

Quali sono stati i motivi che hanno portato a quello che potrebbe essere un triste epilogo della vicenda?

Sostanzialmente due: le difficoltà gestionali e la conflittualità dei rapporti con l’amministrazione comunale. Due motivi che però sono complementari tra loro. Sono anni che chiediamo un interessamento più concreto al comune, ma devo constatare con amarezza che le promesse fatte sono rimaste tali. In questi anni ci siamo sentiti un po’ abbandonati, pur operando in un campo nel quale è difficile stabilire il confine tra l’impegno agonistico e quello sociale. Raveo è un piccolo paese e la squadra di calcio rappresentava comunque un polo di aggregazione per la gente del posto.

Quando i numeri ve lo hanno consentito avete anche cercato il coinvolgimento dei giovani.

Senz’altro, ma il decremento demografico e l’offerta di altri sport sono stati due fattori dei quali abbiamo dovuto tener conto anche contro la nostra volontà di fare.

Ma ci sono margini per un ripensamento?

Ribadisco che non c’è ancora l’ufficialità della decisione, ma la situazione è davvero complicata. Avevamo pensato, in accordo col Villa, di creare una specie di società satellite, sull’esempio della Viola, ma allo stato delle cose per la prossima stagione il progetto è praticamente irrealizzabile. Vedremo se per il 2017 riusciremo a perfezionare la cosa, anche perché qualcuno dei vecchi dirigenti ha ancora la voglia di mettersi in gioco.

Ci sembri veramente amareggiato, Simone.

E non potrebbe essere altrimenti: a questa società ho dedicato quasi 10 anni della mia vita, sempre con entusiasmo e tanta passione. Avrò fatto degli sbagli, come è normale che sia, ma credo di poter affermare che tutto quello che ho fatto l’ho fatto con il cuore. Adesso forse sono un po’ stanco, anche perché, ripeto, ci siamo sentiti un po’ abbandonati. Nell’incontro che abbiamo avuto coi giocatori durante queste feste, molti di loro hanno manifestato la propria volontà di restare, a riprova del fatto che il gruppo è sano e l’affetto e la stima reciproca non sono mai venuti meno.

Cosa ti resta di questi anni?

La soddisfazione di aver creato un grande gruppo. Approfitto anzi dell’occasione per ringraziare tutti quelli che in questi anni hanno condiviso le sorti del Rapid. Le vittorie e le sconfitte fanno parte del gioco, ma tutti i momenti passati assieme resteranno un ricordo bellissimo.

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