Riceviamo e pubblichiamo quanto ci ha scritto Roberto Agostinis dopo la pesante squalifica (3 giornate più una in quanto diffidato) rimediata in Coppa Carnia a seguito dell’espulsione in Paluzza – Real I.C.
Giorni fa, mio malgrado, mi sono ritrovato involontario protagonista delle cronache sportive di mezza settimana per la squalifica rimediata durante la partita di coppa Carnia giocata contro il Paluzza. “Minacce all’arbitro, squalificato per quattro giornate” titolava il Messaggero. Un biglietto da visita decisamente poco edificante agli occhi di chi, non presente ai fatti, formulasse un giudizio sulla mia persona affidandosi alla sola notizia di cronaca. Chi mi conosce mi rimprovera, giustamente (non ho nessuna difficoltà ad ammetterlo) di esagerare con le lamentele e le proteste in campo. Ho sicuramente il difetto di farlo anche con gli arbitri con i quali discuto spesso ed ogni qual volta non condivido le scelte e soprattutto quando si tratta di direttori di gara che “sorvolano” sui falli alle caviglie commessi con entrate “da dietro” (la foto a corredo dell’articolo in proposito era emblematica e mi fa piacere pensare che non sia stata messa a caso) mentre si dimostrano inflessibili nei provvedimenti disciplinari solo se richiami la loro attenzione lamentandoti di un tanto. Insomma riconosco di essere un gran “rompiscatole”, appellativo giusto perché, troppo spesso esagero, nei loro confronti, con le proteste.E questo è il motivo per il quale, ogni qual volta sono arrivate, le squalifiche le ho sempre accettate: in religioso silenzio e senza mai lamentarmi.
Ma un conto è una squalifica per proteste un conto è ritrovarsi sbattuti in cronaca per “ reiterate proteste ………. atteggiamento ironico al momento dell’espulsione …….. e per essere successivamente rientrato sul terreno di gioco minacciando l’arbitro”.
Siccome le proteste, le lamentele e l’atteggiamento ironico (anche se non ricordo, nella circostanza, di averlo tenuto) per quanto deprecabili sono una cosa e le minacce sono ben altro ci tengo a precisare che, il sottoscritto, in vita sua, non ha mai minacciato nessuno e che l’abitudine alle minacce è una pratica che non mi appartiene e che considero incivile ed orrenda.
Sono stato espulso nei minuti finali del primo tempo ed uscito dal campo sono rimasto in attesa del duplice fischio sulla porta degli spogliatoi, non sono rientrato in campo e non ho minacciato nessuno, ne’ prima ne’ dopo, ne’ sul terreno di gioco ne’ fuori (come possono testimoniare tutti i presenti all’accaduto, avversari compresi) e quanto refertato in proposito dall’arbitro non corrisponde al vero.
Anzi le uniche “minacce” della serata sono state quelle ripetutamente pronunciate proprio dal direttore di gara la cui unica risorsa, in ogni circostanza di gioco, in ogni frangente dell’incontro, è stata quella di zittire (con atteggiamento autoritario e irriguardoso) i giocatori “minacciando” ammonizioni ed espulsioni. Ma non posso andare oltre: vorrei ma non posso esprimere giudizi nei confronti della prestazione del Sig. Veritti . Se lo facessi, correrei il serio rischio di chiudere anticipatamente la mia stagione anche in campionato perché, come noto, ai tesserati non è concesso commentare l’operato dell’arbitro anche se protagonista di prestazioni negative.
Per questo, del resto, bastano i suoi (mi pare non rari) precedenti e il giudizio e la stima raccolti tra gli “addetti ai lavori” nella sua seppur breve carriera.